martedì 24 dicembre 2013

Storia di Natale: le origini del Panettone

Panettone
(non uno a caso ma quello che mangerò stasera a casa di mia madre)
In questo periodo sono stata un pò presa e la mia dedizione al blog ne ha risentito. Si tratta però solo di un rallentamento temporaneo, c'è più di un articolo tra le bozze che aspetta con impazienza di essere terminato. Intanto vi offro un racconto molto natalizio, che per una volta non narra un luogo ma un dolce: il Panettone!
Esistono diverse leggende sulla nascita di questo famosissimo dolce milanese. Le due più note hanno come sfondo la corte di Lodovico il Moro nel tempo in cui, assieme a personaggi del calibro di Leonardo e Bramante, calpestava le vie cittadine un uomo di nome Toni.

mercoledì 27 novembre 2013

Sant'Eustorgio: di Re Magi, Inquisizione e catacombe

Sant'Eustorgio, interno. foto di Paola Borro
Sant’Eustorgio è una chiesa antichissima, la sua storia si intreccia con la leggenda e le sue origini si perdono nei miti della prima cristianità. Appartiene al mito quella reliquia che attira molti e stupisce gli altri: la tomba dei Re Magi, custodita nella basilica. Poi la storia prosegue, parla di domenicani e martiri, di Inquisizione e roghi. Sant’Eustorgio più che una chiesa è un racconto, e voglio provare a narrarvelo.

domenica 17 novembre 2013

Cappella Portinari

Cappella Portinari, foto di Francesco Mazzocchi

Sant'Eustorgio è una chiesa ricca di storia e di leggende; se questo non bastasse al suo interno nasconde un capolavoro dell'arte rinascimentale: la cappella Portinari. Per il momento parleremo solo di quest'ultima, tutto il resto (e c'è molto) preferisco affrontarlo più avanti. Dopotutto la cappella Portinari merita un articolo tutto per sé.

giovedì 7 novembre 2013

Sant'Alessandro in Zebedia

Sant'Alessandro, facciata. Foto di Paola Borro
Sono sempre stata affascinata dai luoghi capaci di narrare la propria epoca, la mentalità e gli scopi di chi li ha costruiti. A Milano non sono molti; ovunque gli edifici scompaiono o si modificano nei secoli, e la nostra è una città nota per essere in continua evoluzione. Tuttavia esistono: spazi che, se non proprio cristallizzati nel tempo, restano comunque capaci di rievocare il mondo che li ha ideati. Lo fanno non per sfumature ma in maniera chiara, vivida; tanto che basta una semplice visita per sentirsi proiettati, in qualche modo, in un'altra epoca. Uno di questi luoghi è la chiesa di sant’Alessandro in Zebedia. Dimenticate le luci e i colori che abbiamo incontrato parlando di san Maurizio, il tempo che questa chiesa racconta è ben diverso: sant’Alessandro è insieme luogo e manifesto, un manifesto della Controriforma.

mercoledì 30 ottobre 2013

Serate scientifiche: tra delitti al Museo e stelle al Planetario

foto di Wikipedia, voce Museo civico di storia naturale (Milano)


I giardini pubblici Indro Montanelli possono riservare serate speciali. Di recente ho provato l’happyhour con delitto, che credo sia una tra le serate più originali di Milano. Non potevo non parlarvene.
Già che siamo in questo parco approfitterò per raccontarvi anche del Planetario, io l’ho scoperto che ero già adulta e, con mia sorpresa, l’ho apprezzato moltissimo. Spero riesca a stupire anche voi.

martedì 22 ottobre 2013

Piazza Missori: la statua, la cripta e il diavolo

Statua di Missori, foto di Paola Borro

Piazza Missori non è certo spettacolare come altri luoghi a Milano, di solito quando porto gli amici in giro per la città la includo nel tour solo se è di strada; però basta un'occhiata a questo blog per capire che la amo. Discreta, inglobata nel traffico cittadino, offre tuttavia piccole perle che meritano attenzione. Sotto il suo spartitraffico si cela una cripta, la statua di Missori è tra le più originali di Milano, e nei pressi di questa piazza si narra abitasse nientemeno che il diavolo. Quest'angolo della città davvero non merita di essere ignorato.
[Aggiornato il 9-6-2014 con la storia sui cinquemila cani]

lunedì 14 ottobre 2013

La Strada Coperta della Ghirlanda

Strada Coperta della Ghirlanda, foto di Paola Borro

Non c’è luogo a Milano che richiami le atmosfere perdute di un antico castello come la Strada Coperta della Ghirlanda. Vi troverete a percorrere un ambiente sotterraneo e nascosto, antico di quasi sei secoli, inoltrandovi in uno dei luoghi più affascinanti del Castello Sforzesco.
La chiamano strada segreta, strada coperta, strada nascosta: non è un caso. Eppure gli indizi della sua presenza sono lì, sotto ai vostri occhi. Io per anni ci sono passata a fianco senza riuscire a vederli. Immaginate di attraversare il Castello Sforzesco(1) e affacciarvi all’uscita che dà sul parco; ecco, ora vi trovate sul ponte che scavalca il fossato asciutto, il Parco Sempione si apre davanti a voi.
Esterno della Strada Coperta
foto di Paola Borro
Arrestatevi un istante, affacciatevi al ponte. Da un lato si ergono le mura del castello, abituate ad attrarre gli occhi dei visitatori; eppure anche sul lato opposto c’è qualcosa che merita un istante di attenzione. Una successione di piccole finestre sbarrate da grate, che si affacciano con discrezione sulla parete del fossato. Ce ne sono più di cento, circondano il castello su tre lati, ed è da queste che il nostro percorso sotterraneo prende luce. Se farete ancora qualche passo in avanti, superando il ponte, vi troverete esattamente sopra alla strada coperta. Sotto ai vostri piedi il terreno è attraversato da stanze e corridoi; alcuni stretti, altri sufficientemente larghi perché le guardie potessero percorrerli a cavallo. Sotto i vostri piedi si dirama un mondo nascosto.

lunedì 7 ottobre 2013

San Maurizio al Monastero Maggiore

S. Maurizio, interno. Foto di Paola Borro

In Corso Magenta 15, dietro una facciata in pietra di Ornavasso che chiunque sarebbe tentato di ignorare, si cela uno dei gioielli più preziosi di Milano. Si tratta di San Maurizio al Monastero Maggiore, una chiesa che riesce a raccogliere nella sua navata unica tutta la ricchezza e il gusto del Cinquecento lombardo.
Non lasciatevi ingannare dalla  facciata anonima ed entrate! Vi troverete immersi in un piccolo paradiso di luci, colori e ori; non c’è un solo angolo che non sia riccamente affrescato, persino le cornici del loggiato sono decorate a colori vivaci, e tutto contribuisce a una scenografia magnifica.


La costruzione della chiesa attuale, sui resti di una più antica(1), inizia nel 1503. Quello di San Maurizio era
S. Apollonia, parete divisoria.
uno dei monasteri femminili più prestigiosi di Milano, tra i cognomi che le monache abbandonarono per prendere i voti si contano quelli di importantissime famiglie milanesi; e quando si decise di realizzare la nuova chiesa l’intenzione di celebrare il fasto dell’aristocrazia cittadina risultò evidente. Stiamo parlando dell’aristocrazia lombarda, nota per le ostentazioni di sfarzo. Roberto Longhi nel descriverla sottolinea che: “nell’ordinare affreschi per le sale dei castelli la preoccupazione del committente è che si veda bene che
la Sua Signoria mangia in oro(2). Rende l’idea. Aggiungiamo che Milano agli inizi del Cinquecento è tra le città culturalmente più avanzate d’Europa, vivacissima artisticamente,  e la sua classe dirigente ama manifestare il proprio prestigio attraverso la modernità e bellezza delle opere rinascimentali.
Il risultato è eccezionale. Una sfarzosità leggera, allegra, nelle decorazioni delicate eppure coloratissime, nella vivacità degli affreschi che si susseguono a narrare le proprie storie, nell’incanto dei visi di scuola leonardesca. Su tutto piove in una luce scenografica, proveniente dai rosoni e dalle finestre del loggiato, che dà risalto ai volumi e rende la scena meravigliosamente luminosa e viva. Davvero uno spettacolo da non perdere!
S. Maurizio, particolare. Foto di Paola Borro
Il progetto architettonico è attribuito a GianGiacomo Dolcebuono. La chiesa verrà inaugurata nel secondo decennio del Cinquecento, ma nella sua sofisticata cornice si susseguono tre cicli pittorici che coprono il secolo quasi per intero (l’Adorazione dei Magi verrà inserita sull’altare maggiore dopo il 1578).  Tra questi spicca il secondo ciclo, commissionato da Alessandro Bentivoglio a Bernardo Luini (il più noto tra i “leonardeschi”(3))  quando la figlia entrò nel monastero. Sono della mano di Luini, tra le altre, le decorazioni del tramezzo sia dalla parte dei fedeli che da quella delle monache.
San Maurizio infatti è divisa in due: la chiesa dei fedeli che occupa quattro campate e quella delle monache che ne occupa sei. Trovate il passaggio tra le due aree alla sinistra dell’altare: voi potete attraversarlo liberamente; alle monache invece questo non era assolutamente consentito (almeno fino al 1794). Erano monache di clausura, ascoltavano la messa e l’accompagnavano col coro, ma ben separate dai fedeli. È proprio par facilitare l’acustica tra le due aree che la parete divisoria non arriva fino al soffitto; le due finestrelle che si aprono ai lati dell’altare servivano alle monache per assistere all’esposizione dell’eucarestia e prendere la comunione senza doversi mostrare.
Nella parte a loro riservata troverete l’Organo Antegnati, realizzato per le suore da Gian Giacomo Antegnati nel 1557. Un’opera bellissima, ma anche più bello è sentirlo suonare. Si può: a San Maurizio vengono organizzati periodicamente concerti d’organo, a cui è possibile assistere previa prenotazione.

Curiosità e leggende

Una leggenda narra che il viso di santa Caterina, dipinta da Luini mentre sta per essere decapitata, sia
Decapitazione di S. Caterina
quello 
di Bianca Maria Scappardone: la bellissima “mantide di Challant”. Bianca Maria, contessa di Challant, venne decapitata nel Rovellino del castello Sforzesco nel 1526. La colpa era di essere mandante dell’omicidio di un suo ex-amante, Ardizzino Valperga, avvenuto per mano dell’amante più recente, Pietro Cadorna. La vicenda è abbastanza intricata, basti dire che la contessa aveva già tentato di convincere un terzo amante, Roberto Sanseverino, ad uccidere Ardizzino; per sua sfortuna i due erano cari amici e Roberto rifiutò il piano. Quando Pietro Cadorna venne preso confessò l’omicidio e accusò Bianca Maria di averlo istigato. La contessa venne decapitata e la sua testa fu esposta nella chiesa di San Francesco, dove si dice che sembrasse viva. Si narra infine che furono proprio le sue fattezze quelle che Bernardo Luini diede a santa Caterina nella scena della decapitazione. Potrete ammirare il dipinto nella terza cappella a destra (nella parte dei fedeli).
Aggiornamento del 7/4/14
Se qualcuno fosse interessato a saperne di più sulla vicenda di Bianca Maria Scappardone e del suo ritratto suggerisco questo articolo su storiadimilano.it, in particolare la terza pagina.
L'articolo utilizza il nome Gaspardone anziché Scappardone. I cognomi spesso subiscono distorsioni nel tempo, spero quindi che siano corretti entrambi.

Dove e quando
San Maurizio al Monastero Maggiore
Corso Magenta 15
Dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 17.30
Ingresso libero

Note
(1) il complesso del monastero è antichissimo, di età carolingia, e ingloba due torri di epoca tardo romana: una poligonale che originariamente faceva parte delle mura cittadine; l’altra che apparteneva al circo ed è stata riutilizzata come campanile del monastero. Al momento nel monastero è collocato il Museo Archeologico di Milano, il quale è ovviamente visitabile (il biglietto per il museo costa 2€, la chiesa invece è a ingresso libero).
(2) citazione ripresa da pag. 13 di questo saggio sul ritratto pittorico.
(3) quando nella tua città vive e lavora Leonardo da Vinci succede che diventi un modello e faccia scuola. Per parecchi anni i pittori milanesi dipinsero confrontandosi con lui e Luini in questo si distingue per bravura (tanto che Mengs scambiò una sua Maddalena per un’opera di Leonardo).

Fonti
Sulla chiesa di S. Maurizio:
La storia dell’arte vol. 9 – Il Rinascimento, ed. Electa, La biblioteca di Repubblica;
brochure informativa di San Maurizio, i cui contenuti sono riportati sul sito medioevolombardo;
sito turismo.milano.it;
sito lombardiabeniculturali.it;
sito del museo archeologico.
Sulla storia di Bianca Maria Scappardone:
Guida ai misteri e segreti di Milano, Mario Spagnol Giovenale Santi, Sugar Editore 1967;
Sito milano.corriere.it.


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