mercoledì 27 novembre 2013

Sant'Eustorgio: di Re Magi, Inquisizione e catacombe

Sant'Eustorgio, interno. foto di Paola Borro
Sant’Eustorgio è una chiesa antichissima, la sua storia si intreccia con la leggenda e le sue origini si perdono nei miti della prima cristianità. Appartiene al mito quella reliquia che attira molti e stupisce gli altri: la tomba dei Re Magi, custodita nella basilica. Poi la storia prosegue, parla di domenicani e martiri, di Inquisizione e roghi. Sant’Eustorgio più che una chiesa è un racconto, e voglio provare a narrarvelo.


Piazza Sant’Eustorgio è un grazioso angolo di Milano che affaccia su Corso di Porta Ticinese. Gli alberi, la pavimentazione in ciottoli e pietra, la splendida basilica romanica, tutto concorre a renderla una gradevole oasi nel traffico cittadino. Eppure è proprio qui che l’Inquisizione a Milano si è instaurata e fortificata.
Sant'Eustorgio, esterno. foto presa dal web*
Prima di entrare in chiesa guardate alla vostra destra: si nota una statua insolita, un santo domenicano con un grosso coltello conficcato nel capo. Si tratta di Pietro da Verona, canonizzato come san Pietro Martire. Ne abbiamo già parlato con la Cappella Portinari: inquisitore domenicano, ucciso da due catari (e quindi martire), fu lui a guidare l’apertura del Tribunale dell’Inquisizione a Milano tra il 1233 e il 1234(1). Dopotutto non è un caso che sia il patrono dell’Inquisizione. Il tribunale aveva sede presso il convento, al numero 3 di piazza Sant’Eustorgio, proprio alla vostra sinistra. Dal pulpito esterno(2) che vedete all’ingresso della basilica Pietro da Verona era solito arringare le folle di fedeli. In città non era questo il luogo deputato ai roghi ma accusati di stregoneria o eresia vennero bruciati anche qui, proprio dove ora si trova questa graziosa piazza.
Ancora un istante prima di varcare la soglia ed entrare in chiesa: alzate lo sguardo verso il campanile. Non è sormontato da una croce, come ci si aspetterebbe, ma da una stella a otto punte. Sarà proprio questa stella a guidarci verso leggende ben più antiche; in fondo quando i domenicani ottennero Sant’Eustorgio, nel 1227(3), la basilica aveva già alle spalle una storia quasi millenaria.
È venuto il momento di entrare. Vi trovate in un edificio le cui origini risalgono al IV secolo. La leggenda narra che intorno al 325 Elena, madre dell’imperatore Costantino, donò al vescovo Eustorgio i corpi dei tre Re Magi. Egli portò le reliquie a Milano su un carro trainato da buoi, ma durante il viaggio un lupo attaccò il carro e uccise uno dei due animali; Eustorgio allora ammansì la belva e la legò al carro al posto del bue morto. Giunto nei pressi di Milano il carro si fece sempre più pesante, finché fu impossibile procedere. Il vescovo lo interpretò come segnale divino e lì fece edificare la chiesa che avrebbe custodito i sacri corpi.
La basilica fu realmente eretta da Eustorgio, vescovo di Milano dal 344 al 350 d.c.(4). Le forme romaniche che potete ammirare derivano da interventi successivi, tra l’XI e il XIII secolo. Poi la chiesa crebbe ancora, si aggiunsero nuove cappelle, dandole quella forma irregolare e quella mescolanza di stili che la caratterizzano. Oggi è la terza chiesa madre di Milano, dopo il Duomo e sant’Ambrogio; forse non sarà il perfetto esempio di chiesa romanica, ma a me piace il suo susseguirsi di architetture diverse: parlano di una storia millenaria e la rendono più tangibile, più concreta.
Sarcofago dei Re Magi,
foto di Paola Borro
Attraversando la chiesa vedrete diversi richiami alla stella, a volte a sei altre a otto punte(5). Finché eccolo: nell’ultima cappella a destra si erge l’imponente sarcofago che reca incisa l’inequivocabile scritta Sepulcrum Trium Magorum. Questo annuncia il simbolo sul campanile: indica a cittadini e forestieri che qui si trova la tomba dei Re Magi. In origine all’interno del sarcofago si trovavano davvero le spoglie attribuite ai Magi; poi arrivò Federico Barbarossa che nel 1162 conquistò la città e donò i sacri resti all’arcivescovo di Colonia. Solo nel 1904 Milano riottenne parti dei preziosi corpi (due fibule, una tibia e una vertebra) che riposano tuttora nell’urna in bronzo a fianco della tomba.
Ma le sorprese di questa basilica non sono finite: non solo conserva ancora resti della prima costruzione, quella del IV secolo, visibili sotto l’abside; ma anche altri tesori, nascosti nel suo Museo (sfortunatamente a pagamento). Vicino alla porta laterale della chiesa, all’inizio del percorso museale, si trova una misteriosa scala.
Catacombe paleocristiane, foto di Paola Borro
Scendendo i suoi gradini accederete a sotterranei più antichi della chiesa stessa: le catacombe paleocristiane. Si dice che si estendano fino alla chiesa di San Lorenzo, creando un labirinto sotterraneo di sepolture cristiane e pagane. Da Sant’Eustorgio accederete alle prime tre sale, cosa si celi oltre il muro della terza non lo si sa per certo. Altre sale probabilmente, ormai crollate e inaccessibili. Il nucleo più antico delle catacombe risale al III secolo; già prima che sorgesse la basilica nella zona di Porta Ticinese abitavano le prime comunità cristiane, è possibile che si trovassero proprio in questi luoghi cimiteriali: la legge romana proibiva il culto ma permetteva le associazioni funerarie. Tra le lapidi esposte spicca l’incisione più antica(6), quella dedicata all’esorcista Vittorino. Risale al 377, periodo in cui era vescovo Ambrogio, e suggerisce che a quell’epoca gli esorcisti non solo esistevano ma godevano di una certa importanza.
Risalendo in superficie potrete attraversare l’esposizione delle reliquie(7), fino ad arrivare a quel capolavoro dell’arte rinascimentale che da solo vale una visita alla chiesa: la Capella Portinari. Le ho dedicato il precedente articolo, spero che vederla dal vivo possa colpirvi come ha colpito me.

Curiosità e leggende
Devo ammetterlo: qui tra leggende dei Re Magi, roghi di streghe, catacombe paleocristiane (e contando la Cappella Portinari, Madonne con le corna e reliquie che danno o tolgono l’emicrania) di curiosità e leggende su questa chiesa ne abbiamo già viste un bel po’. Però restano alcune notizie curiose che per ragioni di spazio ho tralasciato, approfitto di questo paragrafo per completare il quadro.

Resti della chiesa del IV secolo, foto di Paola Borro
La creazione del mito
È vero che Federico Barbarossa tolse le reliquie dei Re Magi a Milano per donarle all’arcivescovo di Colonia, eppure forse le tre salme qualcosa gli devono. Diciamo che alle origini della cristianità i Re Magi non erano esattamente venerati. Matteo è il solo evangelista che ne parla e non approfondisce molto: non dice che erano tre; non dice che appartenevano a etnie diverse; ma soprattutto non dice che erano Re. Erano Magi, cioè stregoni persiani, per i cristiani negromanti adepti di una religione arcana. In effetti i padri della chiesa non mostrano particolare simpatia per queste figure: tra gli altri, sant’Agostino li descrive come nemici della fede(8). A risollevare le sorti dei poveri Magi interviene Tertulliano che li trasforma in Re, quindi simboli del potere, venuti a sottomettersi davanti al Cristo. Da qui si svilupperà l’immagine che tutti conosciamo. C’è però una figura che più d’ogni altra dà slancio al culto dei Re Magi, indovinate un po’: è proprio il Barbarossa. Tra i continui screzi col papato all’imperatore tornava comodo questo mito di re che fossero anche sacerdoti, ossia governatori con potere spirituale(9). Quando trova i corpi a Milano Federco lancia una campagna di marketing impressionante, nel trasporto verso Colonia sorgono cappelle ovunque; Milano, nella quale i tre corpi avevano giaciuto fino ad allora quasi dimenticati, comincia a pensare di dedicargli Sant’Eustorgio. Insomma, potete credere o meno all’esistenza dei Re Magi, e se ci credete potete dubitare dell’autenticità delle reliquie; però guardando quel sarcofago avrete certezza della sua importanza storica: in questo luogo è nato un mito.

Ancora sui Re Magi
Incisione "Sepulcrum Trium Magorum"
foto di Paola Borro
I nomi più noti che vengono attribuiti ai tre Re sono quelli di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, tuttavia gliene sono stati dati molti altri. La nostra città contribuì al novero assegnandogli i soprannomi di Dionigi, Rustico ed Eleuterio.
C’è una leggenda secondo cui i milanesi riuscirono a sostituire le spoglie prima dell’assedio, così che il Barbarossa poté impadronirsi solo di un falso. I veri Maghi sarebbero ancora a Milano,  nascosti in un luogo segreto.

Il primo orologio di Milano
Secondo alcune fonti il campanile di Sant’Eustorgio vanterebbe l’orologio più antico di Milano: databile al 1306 risulta antecedente anche a quello di San Gottardo in Corte (del 1335 e noto come il primo orologio pubblico cittadino). Sfortunatamente quello di Sant’Eustorgio non riuscì a battere le ore neppure una volta: il meccanismo, probabilmente in legno, era talmente delicato che si ruppe al primo avvio.

La prima fonte battesimale
Come detto quest’area era luogo di raduno dei primi cristiani quando ancora la basilica non esisteva. Sotto il cortile del civico 8 si conserva il primo fonte battesimale di Milano, tradizione vuole che sia stato san Barnaba(10) in persona a consacrarlo nel I secolo dopo Cristo. Al di là delle leggende, la presenza di questi primi nuclei di credenti spiega (meglio del carro trainato da lupi) perché la chiesa sia sorta qui.

L’altro corpo mancante
I corpi dei Re Magi non sono i soli assenti dalla loro tomba. Matteo Visconti, patriarca della famiglia, fece edificare nella basilica la cappella Visconti: in essa riposa il figlio Stafano, ma non suo padre. Matteo morì nel 1322 quando ancora su di lui pendeva la scomunica di papa Giovanni. I suoi figli seppellirono quindi il corpo in un luogo segreto: alcuni dicono a Chiaravalle, altri sotto il pavimento della stessa Sant’Eustorgio. Dove si trovino realmente le spoglie nessuno lo sa per certo.

Note 
* sono stata diverse volte nella basilica e non mi è mai venuto in mete di chiedere una foto dell'esterno che prendesse anche la statua. Mi sono rassegnata a prenderla da qui.
(1) l’Inquisizione viene istituita da Gregorio IX nel 1231. Nel 1233 è tolta al controllo dei vescovi e affidata a inquisitori di nomina papale, scelti tra domenicani e francescani. A Milano questo stesso anno si accendono i primi roghi. Due giudici presiedevano il Tribunale dell’Inquisizione, uno per ciascun ordine, ed erano affiancati da uno staff di giuristi.
(2) a Milano è il solo pulpito posto all’esterno della chiesa. Ai tempi del santo era in legno, poi venne ricostruito in pietra.
(3) nel 1220 l’ordine ottiene la sede nell’ospedale dei pellegrini di san Barnaba presso sant’Eustorgio. I domenicani iniziano subito a costruire il nuovo convento, che ingloberà l’ospedale, e a predicare in sant’Eustorgio. Nel 1227 viene definitivamente sancito il loro possesso della basilica.
(4) in realtà a Milano ci furono due vescovi con questo nome: la maggioranza delle fonti attribuisce la costruzione della basilica al primo Eustorgio, quello della leggenda. Non è però escluso che sia stato il secondo a farla edificare in onore del suo predecessore.
(5) in origine a guidare i Re Magi fu una stella, non una cometa. Fu Giotto a rappresentarla come cometa, impressionato da quella che attraversò i cieli nel 1301, e a trasformare così l’immaginario collettivo.
(6) ci sono sepolture precedenti ma senza epigrafe.
(7) tra le reliquie conservate nel museo le più note sono la “scheggia di legno della Santa Croce” e il “pollice destro di san Tommaso d’Aquino”.
(8) citando il libro “sarà vero” di Errico Buonanno: “Quello che scrivono Giustino nel Contra Tryphoem e Origene nel Contra Celsum oggi ci lascia a bocca aperta: degli stregoni, ciarlatani, ecco cos’erano questi visitatori infedeli. Per san Gerolamo erano guidati da demoni e, quanto ai Sermoni di Agostino, ormai la sentenza era pronunciata: i Magi erano figure esecrabili, giunte a Betlemme per constatare la nascita del loro nemico. Chissà quali erano le loro intenzioni.”
(9) altra mossa in questo senso è la canonizzazione di Carlo Magno avviata appunto da Federico Barbarossa.
(10) Barnaba era il tredicesimo apostolo, quello che sostituì Giuda dopo la morte di Cristo. La leggenda dice che sia giunto a Milano e che il cristianesimo in città nacque con lui.

Fonti
"Milano. Misteri e itinerari insoliti tra realtà e leggenda"; William Facchinetti Kerdudo; Casa Editrice Polaris, 2009;
"Guida ai misteri e segreti di Milano"; Mario Spagnol, Giovenale Santi; Sugar Editore 1967;
"101 cose da fare a Milano almeno una volta nella vita"; Micol Arianna Beltrami; Newton Compton Editori, 2009;
"101 storie su Milano che non ti hanno mai raccontato"; Francesca Belotti, Gian Luca Margheriti; Newton Compton Editori, 2009;
"Milano esoterica. Storie, misteri e leggende alla scoperta della città segreta."; Antonio Emanuele Piedimonte; edizioni Intra Moenia, 2013;
"Sarà vero. La menzogna al potere. Falsi, sospetti e bufale che hanno fatto la storia"; Errico Buonanno; ed. Einaudi - Stile Libero, 2009;
Sito di Sant'Eustorgio, Storia della Basilica;
Sito treccani.it, voci: Pietro da Verona, Matteo Visconti.

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13 commenti:

  1. Fantastico post amica mia!
    E da oggi voglio chiamarmi Sciur Eleuterio :)
    Un baciotto cara!

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    1. Grazieee!!! Ma è più merito della basilica che mio.
      Comunque concordo: Eleuterio tra tutti i nomi che hanno è il migliore! :-)

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    1. Grazie!!! Io sono ancora incredula per non averti chiesto foto dell'esterno, ma dove ho la testa?

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  3. Ma lo sai che non sono sicuro di averla visitata, almeno in epoca recente? O non ho fatto caso a tutta la storia dei Magi, che è un peccato. Trovo molto affascinante come si vengano a costruire le credenze. :)

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    1. Sono perfettamente d'accordo, una delle parti più intriganti delle leggende è capire come si generano!
      Prima o poi ti porto a S. Eustorgio, promesso!

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  4. Nome particolare per una chiesa ancor più particolare! Ho letto questo post con gran interesse, anche perché parlarne aveva alzato le aspettative :D Ora la guarderò con occhi diversi.

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    1. Convincerti a visitarla, nonostante il nome Eustorgio, sarebbe un enorme successo per questo blog! :-)

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  5. Prima di tutto volevo ringraziarti x il bellissimo lavoro che fai. Poi ( mi permetto di darti un consiglio con assoluta umiltà) potresti accennare qualcosa sulle 4 colonne grigie in facciata. In una è raffigurata un'aquila, in una un toro alato, in una un leone e nell'ultoma un santo che mi pare sia Matteo ma potrei sbagliarmi. Puoi illuminarci in maniera approfondita su queste 4 colonne?

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    1. Grazie per l'apprezzamento! Sono davvero contenta che il blog piaccia!
      Mi fai una domanda molto interessante. In realtà la facciata di S. Eustorgio è stata così profondamente rimaneggiata nella seconda metà dell'Ottocento che nell'articolo l'ho un po' tralasciata.
      I simboli sulle colonne sono quelli dei quattro evangelisti: l'aquila per Giovanni; il bove per Luca; il leone per Marco; e l'angelo per Matteo (sulla colonna non è rappresentato il santo ma il suo simbolo).
      È un'iconografia presente spesso nelle chiese, diciamo che gli evangelisti sono molto gettonati.

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    2. Grazie mille Zaria! Troppo gentile. Il tuo blog è semplicemente FANTASTICO.

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  6. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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