Conservatorio, interno. Foto offerta dal Conservatorio |
Entrando nel Conservatorio ci si sente subito immersi in un ambiente permeato dalla musica. Letteralmente: attraversando il chiostro, salendo le scale, passando per i corridoi; non c’è un momento in cui non si venga accompagnati ora dagli ottoni, ora dal canto, ora dagli archi o da altri strumenti. In effetti è questa la prima immagine che si associa al Conservatorio di Milano: quella di un centro di formazione musicale tra i più prestigiosi d’Europa. Tuttavia, per chi (come me) è amante della musica ma negato nella sua esecuzione, il Conservatorio è soprattutto un teatro; lo spazio dove assistere a opere e concerti di alto livello, spesso gratuitamente. Senza dimenticare il fascino di un luogo che ha attraversato più di duecento anni di storia, vissuti non come spettatore passivo ma come centro di cultura e di fermento artistico.
(Questo articolo è originariamente uscito sul numero 27 della rivista Ematos)
La storia
Torre del Conservatorio, foto di Flavia Mammoliti |
Così il 3 Settembre 1808 fu
inaugurato il Conservatorio di Milano, che allora contava studenti sia a
convitto che esterni. Nel corso dell’Ottocento si andrà affermando come
istituzione di sempre maggiore importanza all’interno della città, anche grazie
alla sua collaborazione con il Teatro della Scala. Nasceranno le tradizioni che
oggi lo contraddistinguono, come quella dei concerti aperti al pubblico. Nel
periodo post-unitario diventerà uno dei centri fulcro della Scapigliatura
(insieme all’osteria “del Polpetta”, che si trovava all’inizio di via
Conservatorio).
Giuseppe Gallignani ci dà una
curiosa descrizione di come si presentava il Conservatorio nel 1897, quando vi
entrò come dodicesimo direttore:
“Nel bel cortile secentesco, che nelle sue mutilate basi delle
scheggiate colonne serba ancora le tracce dei barbari bivacchi del 48, una
turba di bambini scamiciati e scalzi mi si fa incontro attonita e curiosa. Sono
i figli dei servitori del Conservatorio, dello scaccino e del sacrista della
attigua Chiesa della Passione, che abitano in umide tane aperte a caso sotto il
classico portico. A mo’ di gonfaloni spiegati in mio onore, oscillano al vento
gli asciugamani, le lenzuola… il bucato delle famigliole. Procedo verso la
biblioteca.[…] lì è l’abitazione del
Preposto di Santa Maria della Passione; lì, proprio nel cuore del
Conservatorio, fra la
Biblioteca e la sala dei Concerti, quasi a paralizzarne i
moti. […] I fedeli d’ambo i sessi
transitano liberamente per l’istituto onde recarsi alla sagrestia, alle
abitazioni dei sacerdoti e s’incrociano di continuo cogli allievi, coi
professori, cogl’impiegati del Conservatorio. Volgo alla sala dei Concerti. Vi
si accede da un rozzo voltone, rasentando luoghi non inodori e passando sotto
l’occhio indagatore della cucina del Prevosto.” (1)
Curiosità: il Conservatorio “G. Verdi”… ma Verdi non fu ammesso
Ritratto di Verdi esposto al Conservatorio |
Divertente la reazione di Verdi
quando seppe che il Conservatorio gli sarebbe stato dedicato:
“Per Dio non ci mancava altro per seccare l’anima ad un povero diavolo
come son io[…]. Non so dove sia
Gallignani, che sarà probabilmente lui il colpevole. Fatemi il piacere di
snidarlo e scrivergli in mio nome tutte le insolenze che volete! E se non a lui
scrivete a chi volete, ma liberatemi da questo titolo che non amo, che detesto […]
Fatemi la carità di liberarmi e vi sarò
eternamente grato […] Telegrafate per
conto mio a chi credete ma liberatemi da questo supplizio.”(3)
Vivere il Conservatorio (senza essere iscritti)
La programmazione del
Conservatorio è davvero vasta e variegata. Leggendo per la prima volta il
programma della stagione ci si può sentire un po’ persi, ma una volta capito
come si articolano le diverse rassegne musicali è facile trovare i concerti che
desideriamo ascoltare.
Intanto ci sono le esibizioni dei
soli studenti del Conservatorio, senza ospiti esterni, articolate in due
rassegne aperte al pubblico dai titoli di: “Concertiamo!” che ha cadenza
settimanale; e “Suonando (in pubblico)… si impara”, concerti degli studenti più
giovani che si tengono una volta al mese. Poi il ciclo di “Master class e
Seminari”; chi teme di dovere assistere a un dibattito di due ore sulla
corretta postura del pollice sul clavicembalo può rassicurarsi: le Master class
ospitano maestri di fama internazionale e prevedono ampi spazi dedicati a
piacevolissime esecuzioni musicali.
Divertenti e originali sono poi i
momenti in cui l’ascolto incontra altri tipi di intrattenimenti: come nella
rassegna primaverile “Happy music hour”, dove oltre al concerto si può
apprezzare un gradevole aperitivo assieme ai musicisti; o quella estiva
“Concerti nel chiostro”, che prevede la proiezione di un film nel chiostro del
Conservatorio, preceduta da un concerto a tema e dall’aperitivo.
Gli eventi più attesi, però, sono
quelli della “Stagione del Conservatorio”. Qui, nell’ampia Sala Verdi (nota per
un’acustica tra le migliori d’Europa e per la pendenza vertiginosa), potrete
assistere ai grandi concerti e alle rappresentazioni di opere. Nei primi
l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio viene diretta da grandi maestri
appositamente chiamati per la stagione; quest’anno si contano, tra gli altri,
Tito Ceccherini, Gianandrea Noseda e Daniele Rustioni. Gli eventi che però più
mi sentirei di consigliare sono forse le opere: per la stagione 2014/15 siete
ancora in tempo a vedere quella di Ottobre: “I promessi
sposi” (25 Ottobre). Inoltre quest’anno nasce la rassegna “Musiche dal Mondo”,
con ospiti internazionali provenienti da Europa, Corea, Cina, Giappone, Russia,
Stati Uniti. Il progetto, com’è facile indovinare, è legato a EXPO; tuttavia
sembra che il Conservatorio non intenda concluderlo con la fine
dell’esposizione.
Per seguire le iniziative nel
tempo, rimando direttamente alla pagina del loro sito.
Note:
(1) Discorso commemorativo del direttore maestro Giuseppe Gallignani, citato
in “Milano e il suo Conservatorio 1808-2002” , p.66
(2) Lettera di Francesco Basilj al conte Sormani-Andreani del 2 luglio 1832,
citata in “Milano e il suo Conservatorio 1808-2002” , p.286
(3) Lettera di Giuseppe Verdi a Giulio Ricordi del 9 agosto 1898,
citata in “Il Conservatorio di Milano secolo su secolo 1808-2008” , p.76
Fonti:
“Milano e il suo Conservatorio 1808-2002” ; a cura di Guido
Salvetti; Skira editore, Milano 2003;
“Il Conservatorio di Milano secolo su secolo 1808-2008” ; a cura di M. Vaccarini
Gallarani, E. Previdi, P. Carlomagno; Skira editore, Milano 2008;
Programma “Conservatorio di Milano 2014/2015”;
Programma “Conservatorio di Milano in EXPO”;
Sito del Conservatorio: http://www.consmilano.it/
Copyright
I contenuti di questo post sono sotto licenza CC BY-NC-ND
(Creative Commons: Obbligo di attribuzione – Vietato l’uso
commerciale – Niente opere derivate)
Povero Verdi!
RispondiEliminaSono stato al Conservatorio poche volte, fra cui un bellissimo concerto natalizio che ricordo ancora tra i più belli (forse perché il primo).
Sono stata prima dell'estate a un concerto di voci bianche da cui sinceramente non mi aspettavo troppo, invece mi è piaciuto moltissimo! Il conservatorio è sottovalutato!
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina...è davvero bella Milano! Siamo arrivati in città con il bus e poi abbiamo fatto un giro turistico tramite uno chauffeur service Milano, abbiamo fatto un giro molto completo della città.
RispondiElimina